La Tobin Tax, imposta sulle transazioni finanziarie, prende il nome dal suo ideatore, l’economista statunitense James Tobin. Nell’intenzione dell’ideatore, la tassa doveva restituire stabilità ai mercati valutari (messa in serio pericolo dal crollo del Sistema di Bretton Woods), colpendo le transazioni in valuta, con la duplice finalità di ridurre il ruolo ricoperto dagli speculatori sul mercato valutario e di debellare la povertà estrema nel mondo col gettito derivante dall’applicazione della tassa.
La proposta di istituire la tassa a livello globale, premiata con il Premio Nobel per l’economia nel 1981, non fu messa in pratica e solo nel 1997, con la creazione da parte del giornalista spagnolo Ignacio Ramonet dell’associazione ATTAC (Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie per l’Aiuto dei Cittadini), si cominciò a valutare concretamente la possibile introduzione di una Tobin Tax estesa, che non incidesse esclusivamente sul mercato valutario, ma sul mercato finanziario in senso ampio. Nella pratica la Tobin Tax può funzionare perfettamente solo se aderiscono al sistema tutti gli stati, perchè potrebbe essere facilmente elusa dagli speculatori operando in mercati finanziari non tassati.
Tobin Tax europea
Negli ultimi anni il tema della creazione di una Tobin Tax è stato discusso in sede europea e Germania, Francia, Italia, Spagna, Austria, Belgio, Portogallo, Grecia, Slovenia, Estonia e Slovacchia hanno espresso parere positivo sull’introduzione di un sistema condiviso già dal 2014. La mancata adesione di molti stati, la fiera opposizione del Regno Unito (che ha in Londra il principale centro finanziario europeo) e la forte opposizione degli operatori finanziari sta creando notevoli rallentamenti al processo legislativo e attualmente Italia e Francia sono le uniche due nazioni, tra quelle che hanno espresso parere favorevole, ad aver introdotto nel loro ordinamento una Tobin Tax.
Tobin Tax in Italia
La Tobin Tax è stata introdotta in Italia dal decreto del 21 febbraio 2013, in attuazione di quanto previsto dalla legge di stabilità del 24 dicembre 2012, con decorrenza primo marzo 2013. L’imposta colpisce con un’aliquota dello 0,12% il controvalore delle operazioni di giornata, relativamente ai trasferimenti effettuati sui mercati regolamentati di azioni, titoli rappresentativi e strumenti partecipativi, emessi da società italiane con capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro. La Tobin Tax grava sugli acquirenti e non è dovuta se il saldo di giornata è pari a zero o negativo. Sono esentati i fondi di investimento e le obbligazioni, mentre le cosiddette “high frequency trading” sono invece tassate allo 0,02%. Nel caso di acquisto al di fuori dei mercati regolamentati l’aliquota applicata è pari allo 0,22%. A partire da settembre 2013 sono soggetti a tassazione anche gli strumenti finanziari derivati che hanno per sottostante uno dei titoli con le caratteristiche sopra indicate. A partire dal primo gennaio 2014 le aliquote si abbasseranno leggermente passando rispettivamente allo 0.1% e allo 0,2%.
Presente e futuro della Tobin Tax
I risultati ottenuti in termini di gettito sono stati nettamente inferiori rispetto alle aspettative e la discussione politica degli ultimi giorni si è concentrata su eventuali modifiche della Tobin Tax.
Durante la discussione della legge di stabilità, il deputato del Pd Luigi Bobba, forte di un sostegno trasversale, ha proposto un emendamento contenente una radicale riforma della Tobin Tax. L’emendamento proponeva per il 2014 un’aliquota della Tobin Tax pari allo 0,01% ma allargava notevolmente il numero di operazioni soggette alla tassa che a regime avrebbe incluso tutte le transazioni finanziarie, ad esclusione dell’acquisto di titoli di stato. L’emendamento, se approvato, colpirebbe in maniera molto dura le operazioni speculative, innalzando il gettito derivante dall’imposta, ma potrebbe causare ulteriori cali nelle negoziazioni in Borsa, diminuendone la liquidità a discapito di tutti gli operatori (e non degli speculatori che opererebbero in mercati meno restrittivi) e perdite di posti di lavoro nel settore finanziario, ed è stato perciò ritirato. La situazione è in continua evoluzione. Allo stato attuale la Tobin Tax 2014 dovrebbe rimanere immutata ma non sono da escludere clamorosi colpi di scena, in un verso e nell’altro. Non è addirittura da escludere l’abrogazione della tassa, che per come è formulata attualmente sta creando danni superiori ai benefici, in attesa di un eventuale accordo a livello europeo. Accordo che clamorosamente potrebbe non concretizzarsi, a causa delle forti pressioni della comunità finanziaria. Le restrittive normative francesi e italiane sono state denunciate alla Commissione Europea da alcune associazioni bancarie che lamentano una violazione delle norme europee in materia di libera circolazione di capitali.